UN CITTADINO DI CARCOSA

 Ambrose Bierce


Questo racconto è contenuto nella raccolta cartacea Dark | Teoria Olografia: €12

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Categoria:

Descrizione

AUTORE: Ambrose Bierce

TITOLO: Un Cittadino di Carcosa – Teoria Olografica: 1

TRADUZIONE: Dafne Munro

GENERE: Metafisica

ANNO: 2015

PREZZO: Gratis

FORMATO: .pdf

ISBN: 9788894042047

SINOSSI:

Un uomo alla ricerca della città di Carcosa si trova disperso in un non-luogo funereo. Per raggiungere la sua meta, dovrà prima scontrarsi con una terribile realtà.

La città di Carcosa ricreata da Ambrose Bierce, autore di culto dell’orrore metafisico, ha ispirato un intero genere letterario e la prima stagione della serie televisiva True Detective.

 

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1 recensione per UN CITTADINO DI CARCOSA

  1. LETIZIA BILELLA

    Esistono diversi tipi di morte: in alcuni il corpo rimane, in altri svanisce insieme allo spirito. Questo di solito succede in solitudine (tale è il volere di Dio) e, non vedendo la fine, diciamo che l’uomo si è perso, o è partito per un lungo viaggio, come infatti avvenne; ma qualche volta può accadere in vista di molti, come mostra un’ampia testimonianza al riguardo. In un tipo di morte, anche lo spirito muore, e questo può accadere mentre il corpo rimane vigoroso per molti anni. Talora, come è veridicamente attestato, lo spirito muore insieme al corpo, ma dopo un certo tempo risorge nuovamente in quel luogo in cui il corpo si è putrefatto. (The Secret Book of Hali). Con queste parole si apre il sipario su “Un cittadino di Carcosa”.
    Il protagonista nota tra l’erba “numerose pietre consumate dalle intemperie, palesemente tagliate con attrezzi umani, spezzate, coperte dal muschio, mezze interrate.” Sono pietre tombali, ormai quasi irriconoscibili dall’enormità del tempo trascorso, quelle tra le quali si aggira il nostro protagonista chiedendosi come abbia potuto smarrirsi in quel luogo. Tutto quello di cui si ricorda è che si trovava a letto, prostrato dalla febbre, mentre ora si ritrova palesemente ad una considerevole distanza dalla città dove abita, l’antica città di Carcosa. Nel suo vagabondare egli incontra un uomo, con una torcia in una mano e arco e frecce nell’altra, e quindi un gufo. “Buon straniero, sto male e mi sono perso. Indicami, ti prego, la strada per Carcosa!”. L’uomo non risponde, ma si mette ad “intonare un canto barbaro” e prosegue per la sua strada. Consigliatissimo.

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