EXISTENT | Teoria Olografica Vol. 2

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Categoria:

Descrizione

AUTORE: AA.VV.

TITOLO: Existent | Teoria Olografica

GENERE: Fantascienza, Weird

ANNO: 2019

PREZZO: €12

FORMATO: Brossura

ISBN: 978-8894410617

SINOSSI:

Un viaggio nelle radici della letteratura fantastica, dagli esperimenti sulle potenzialità della mente umana del dottor Conan Doyle agli studi sulla invisibilità di Jack London, dalla denuncia ambientale del geniale H. G. Wells fino a una delle prime storie apocalittiche di Abraham Merritt: sette racconti per chiarire che se ancora non è accaduto, non significa che non esista

1 recensione per EXISTENT | Teoria Olografica Vol. 2

  1. Luigi Bigio Cecchi

    Il libro è di dimensioni ridotte, perfetto per portarselo in tasca durante le passeggiate e da leggere non appena si trova la panchina giusta purtroppo la qualità della cover non è eccelsa e tende a graffiarsi e consumarsi lungo i bordi facilmente… ma non è un’edizione di lusso, è un tascabile, e ci sta. L’impaginazione degli interni è davvero ben fatta: caratteri grandi, margini spaziosi e refusi praticamente inesistenti. Bravi.
    Il volume è una raccolta di racconti. In EXISTENT ce ne sono sette, e tutti di nomi eccellenti del panorama letterario mondiale: Arthur Conan Doyle, Jack London, Herbert G. Wells, Luigi Capuana, Horacio Quiroga, Abraham Merrit e Sterner P. Meek. Negli altri due volumi (CLASSIC e DARK) troviamo altri nomi come Checov, Fitzgerald, Dostoevskij, Wolfe, Chambers, Boito, Le Fanu, Bierce… ma io ho deciso di leggere EXISTENT per primo e per il mese di maggio, e questo perché la challenge imponeva come prompt “attinente alla parola fuoco”. Ebbene, il primo racconto di TEORIA OLOGRAFICA: EXISTENT si intitola proprio “giocare con il fuoco” ed è di Arthur C. Doyle (tradotto da Giuseppe Bellomo), e qui veniamo introdotti ad una delle forme di intrattenimento più tipiche della borghesia inglese dell’epoca di Doyle, ovvero le sedute spiritiche. Il racconto probabilmente è frutto di un’esperienza personale dell’autore, visto che ne parla come di qualcosa di sconvolgente e si intuisce che ai tempi la cosa dovesse destare davvero stupore e che non fosse considerata solo uno spettacolo di intrattenimento per ricchi. Cioè ci credevano davvero, al fatto di poter parlare coi morti.
    Non vi sto a riassumere tutti i racconti (d’altronde sono racconti… riassumerli ha ancora meno senso) ma meritano sicuramente una menzione “Tenebre e Splendore” di Jack London (tradotto da Dafne Munro) nel quale si narra del crescendo di rivalità distruttiva tra due ragazzi del college, con esiti drammatici, e “L’ultimo poeta e gli androidi” di Abraham Merritt (tradotto da Alessandra Alesi) che racconta di due fazioni in guerra, umani e androidi appunto, che si alleano nel disperato tentativo di salvare il mondo da un’entità distruttrice chiamata Nemesi dello Spazio, che potrebbe distruggere la Terra, culla di entrambe le “specie”. Quest’ultimo è scritto con pacatezza e ritmo disteso, e mi ha ricordato un sacco la prosa semplice e potente di Asimov e dei primi racconti di Bradbury. Davvero bello.

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