Descrizione
AUTORE: Grazia Deledda
TITOLO: Il Segreto dell’Uomo Solitario
GENERE: Romanzo
ANNO: 2023
FORMATO: Brossura copertina morbida / .pdf gratuito
PREZZO: €13 / Libera donazione
ISBN: 9791280639158
SINOSSI:
Per un oscuro segreto legato al suo passato, Cristiano ha deciso di diventare un’ombra e di vivere isolato dal resto del mondo in una casupola vicino al mare. Il suo unico contatto con la società è Ghiana, una contadina con cui intrattiene un rapporto ambiguo.
Un giorno però, con grande disappunto del protagonista, la villetta abbandonata non troppo distante dalla sua viene affittata da una coppia. L’inaspettata interruzione del suo isolamento volontario risveglia in lui il travaglio interiore legato a un ineludibile bisogno di vita. L’esistenza dei protagonisti si dipana così in un gioco di alternanza tra un dentro e un fuori: il dentro è la casa, specchio del mondo interiore, angusto e abitato da pensieri di paura e morte; il fuori è il paesaggio, ampio e luminoso, selvaggio e palpitante, corrispondente al desiderio perenne di libertà e amore.
Una successione incalzante e incantevole di ritratti della natura, tra Eros e Thanatos, che evoca emozioni profonde e stupefacenti.
GUARDA UN VIDEO:
Pasquale Schiavone –
Sebbene Deledda abbia scritto più di 30 romanzi e circa 15 raccolte di racconti, è difficile individuare un romanzo in particolare come il suo capolavoro. Tra i più celebri e fortunati ricordiamo “Elias Portolu”, “Cenere”, “Colombi e sparvieri”, “Canne al vento”, “L’incendio nell’oliveto” e “La madre”. Tra i suoi ultimi romanzi, i più importanti sono “Il segreto dell’uomo solitario”, “Il Dio dei viventi”, “Il paese del vento” e il suo ultimo romanzo, in gran parte autobiografico, “Cosima”. Tutti questi romanzi li ha scritti vivendo ancora in Sardegna, e quelli realizzati dopo il suo trasferimento a Roma, sono attraversati da una forte vena etnica e regionale. La Sardegna, la sua storia e la sua geografia, il suo folklore e il suo paesaggio, la sua gente, i suoi costumi e le sue superstizioni, la sua religione e la sua morale, non solo sono vividamente descritte e appassionatamente celebrate negli scritti di Deledda, ma costituiscono anche il tessuto stesso della sua arte narrativa. I suoi personaggi, con le loro passioni e sentimenti, paure e sensi di colpa, i loro impulsi primitivi e romantici, sono ritratti in modo convincente. Sotto questo aspetto, oltre che nell’adozione della tecnica e dell’ethos del “verismo” nei suoi scritti, la Deledda può essere paragonata a Giovanni Verga. Ma il tipo di autodisciplina che si trova in Verga, che spiega il suo tipo di arte narrativa e realismo più austero, compatto e, nel complesso, più compiuto, non si trova nella Deledda, nemmeno nei suoi romanzi più maturi. Non c’è da stupirsi, quindi, che Verga abbia tenuto a distaccarsi da Deledda, considerando la propria visione della vita e della verità più amara e tragica di quella di Deledda. È solo nei suoi romanzi successivi e più maturi che Deledda riesce a far cadere la descrizione fine a se stessa e a farla finita con la ripetizione meccanica di tema, personaggio e paesaggio. In una certa misura questo sviluppo è stato determinato dal suo contatto con i naturalisti francesi e russi, nonché con Tolstoj, Dostoevskij e Thomas Hardy. Tuttavia, né il suo naturalismo o “verismo”, né il suo contatto con tali scrittori stranieri…